La storia

8 settembre 1943

Frascati è sempre stata una cittadina privilegiata. Nel ventennio fascista questo status migliorò, con l’incremento delle molteplici attività turistiche che la resero centro di attrazione internazionale, considerate anche le numerose attività commerciali presenti sul territorio, nonostante con il passare degli anni e con l’avvento dell’economia di guerra la situazione commerciale subì un durissimo colpo.

Durante il secondo conflitto Mondiale Frascati fu scelta, dal 1941, come sede per il dislocamento di comandi militari e truppe, poiché situata in una posizione logistica favorevole: al centro delle strade consolari Casilina e Appia, vicina alla capitale e all’aeroporto di Ciampino, dotata di stazione ferroviaria e della stazione centrale di ricetrasmittenza telegrafica e radiofonica di Italoradio, situata dopo Ponte Linari.

Oltre alla posizione favorevole, la scelta ricadde su Frascati anche per motivi militari. Visto l’aggravarsi della situazione di guerra infatti, Hitler già dal novembre 1941 costituì un comando supremo del Sud, che determinò il moltiplicarsi della presenza dei soldati del Reich nel territorio tuscolano.

Il 5 novembre Galeazzo Ciano scrive nel suo diario: “Cavallero mi parla della venuta di Kesselring in Italia. Prenderà il comando delle forze armate operanti in Italia meridionale e nelle isole. Anche Cavallero si rende conto che ciò avrà una brutta ripercussione nel Paese.” L’Ober Befhlshaber (OBS) Sud fu infatti affidato al Federmaresciallo Albert Kesselring per coordinare le operazioni dell’Asse, il quale iniziò ad installare uffici e Comandi a Frascati. Da allora Frascati divenne mirino di possibili bombardamenti, dei quali si parlava già dal momento dell’insediamento delle truppe tedesche […”è da ritenere che la presenza di contingenti alleati possa indurre gli inglesi ad effettuare delle offensive aeree”…] e anche i tedeschi si rendevano perfettamente conto dei rischi che correva la cittadina.

Uffici, magazzini, residenze, mense, infermerie ecc erano dislocati nelle varie palazzine tra Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone. I rapporti con la cittadinanza erano contrastanti: da un lato il disagio verso i militari tedeschi con usi e abitudini diverse da quelle degli italiani, dall’altra l’elemento di novità in città, percepito specialmente dai più giovani, creò dei rapporti pacifici. Diverso era il rapporto con le SS locali, capitanate dal generale Wolf, che si insediò in villa Torlonia.

L’ordine definitivo di bombardare Frascati fu dato il 7 settembre 1943 dal Generale americano dell’aviazione James Harnold Jmmy Doolittle con un dispaccio segreto denominato Peggy Jane nel quale disponeva dettagliatamente l’attacco per distruggere la città. I bombardieri giunsero in quattro ondate successive con alcuni minuti di distanza una dall’altra, nella sequenza: 12:09 – 12:16 – 12:27 e l’ultima tra le 12:32 e le 12:38. Gli Americani preferivano i bombardamenti diurni, di precisione. Il “mezzogiorno di fuoco” come ricordato dai racconti dei sopravvissuti si scandì in più momenti: l’oscuramento del sole, seguito dall’impressionante spostamento d’aria causato dall’onda di propagazione degli scoppi, il rumore cupo e assordante dei motori aerei, poi la polvere delle macerie.  

L’attivazione dei soccorsi fu immediata. Si iniziò a scavare per salvare chi era ancora vivo e urlava nelle macerie e poi si disseppellirono i morti. Con la firma dell’armistizio i soldati tedeschi non furono più collaborativi, e mentre la Croce Rossa continuava la sua missione dando un primo contributo per salvare ciò che si poteva, furono gli stessi cittadini, i prigionieri di guerra a scavare per cercare i corpi dei concittadini.

La ricostruzione non fu semplice: gli sfollati iniziarono l’esodo verso le campagne e le cittadine vicine, con i pochi suppellettili rimasti caricati sui carretti, o riorganizzarono la loro vita nei rifugi e nelle grotte pre-esistenti fino all’arrivo degli Alleati, il 4 giugno 1944. Con il tempo gli Amministratori che si susseguirono e le donazioni delle famiglie di Frascati consentirono alla città di rialzarsi dopo questa pagina buia di storia e di avviare la ripresa economica del dopo guerra.